Presentazione Ezio De Angeli
"Ho conosciuto Ezio De Angeli negli anni 80’ era uno studente del mio corso di inglese, un ragazzo vivace con tanta energia. Oggi lo scopro sotto una veste nuova : quella dell’artista.
Ezio è veramente un personaggio eclettico nell’arte, si occupa di scultura, di poesia. La scultura la affronta con diverso materiale, il marmo, il legno, il ferro battuto.
L’opera di Ezio si articola in tre aspetti, non entro nella parte tecnica che sarà affrontata dal prof. Cavallaro, ma del percorso umano. Ezio è un autodidatta, un cavatore, è una persona che ha tre motivi secondo me fondamentali che hanno costituito la parte professionale della sua arte.
Nel 1992 insieme al padre, cavatore riquadratore, stavano lavorando ad una scultura in marmo raffigurante il padre stesso, i suoi consigli sono risultati preziosi per come lavorare il marmo, poi la malattia del padre, le sue sofferenze, infine la morte nel 1994. Ezio non se la sente di finire la scultura iniziata con il padre, ne crea una nuova in legno di ulivo, nelle mani del padre il mazzuolo e la subbia, tenuta in un modo particolare, non a piene mani, ma come la teneva lui : con le tre dita.
Nel suo primo catalogo, quando parla del padre riporta una citazione: “Tu padre mi hai dato l’esistenza dell’essere umano”. Ecco il personaggio , ecco la metamorfosi, ecco il cambiamento completo ormai, e lui dentro lo sente profondamente.
La donna la vediamo in tutte le opere: la donna multiforme, la donna nella bellezza, la donna nella trasformazione.
La sua ultima opera, “La Metamorfosi”, come espressione fondamentale della trasformazione della donna nella bellezza, trasformazione…(.citazione di Dafne- Herman Hess )continua presa dalla scaglia di marmo, presa dal marmo particolare, egli riesce a creare quel movimento, quella bellezza, quella sensualità, che sono l’espressione della vita di tutti i giorni dell’artista. Artista che non ha bisogno di cose lette sui libri per dire qualche cosa; ma un’espressione che raccoglie in cava, la elabora, la trasmette a chi la vede. A Vernon in Francia, c’è un’opera intitolata l’Amicizia, rappresentata nel marmo da un corpo privo di testa seduto su un cuscino di marmo portoro. Perché senza testa? Perché senza volto? Perché l’Amicizia è un corpo che ha tutti i volti delle persone che riusciamo a contattare e riescono a darci."
Prof. Imo Furfori